Quando entriamo in una stanza buia con una piccolissima sorgente di luce (anche solo una fessura di una tapparella), inizialmente non vediamo nulla e poi pian piano iniziamo a vedere qualcosa e dopo un po’ di minuti vediamo abbastanza bene la stanza e a distinguere anche ciò che ci circonda.
Questo avviene perché la sensibilità del nostro sistema visivo alla luce del giorno è bassa. Entrando nella stanza buia pian piano la sensibilità aumenta.
L’adattamento al buio avviene molto più lentamente dell’adattamento alla luce, ci vogliono circa 15-20 minuti per un adattamento accettabile.
Viceversa, passando dal buio alla luce, l’adattamento è molto più veloce. Per esempio se stiamo per un po’ di tempo in una stanza al buio, e poi improvvisamente accendiamo la luce, restiamo un po’ abbagliati e immediatamente non vediamo nulla. Poi il nostro sistema visivo si adatta, e dopo una decina di secondi siamo in grado di vedere normalmente.
Tutto questo è molto naturale. Sono situazioni che non ci spaventano grazie all’adattamento dei nostri occhi, che con il tempo necessario fanno adattare anche noi all’ambiente e a cambiamenti anche improvvisi.
Generalizzando, in biologia, l’adattamento è proprio la tendenza degli organismi ad armonizzare le proprie funzioni vitali con l’ambiente in cui vivono.
Quell’adattamento che ci fa “sopravvivere” al cambiamento, parafrasando (ed estremizzando anche un po’) quanto ipotizzava Darwin: quelli che sopravvivono non sono i più forti o i più intelligenti, ma i più adattabili al cambiamento.
Con “adattamento”, in altre parole, si intende l’atto di fare un’alterazione o una modifica a se stessi o a ciò che ci circonda. Quando si compra un nuovo paio di pantaloni che sono troppo lunghi, si può fare un rapido aggiustamento modificandone l’orlo, adattandoli alla propria altezza.
Accettare, adeguarsi, e adattarsi è (anche secondo contemporanei uomini di scienza) l’atteggiamento psicologico più utile ogni volta che qualcosa cambia.
E quando qualcosa cambia in maniera traumatica, in psicologia (e non solo), si definisce con il termine Resilienza la capacità di far fronte in maniera positiva a questi eventi traumatici. Capacità che attinge da varie risorse: forza d’animo, intelligenza, creatività, coraggio, pazienza, capacità di condivisione e di solidarietà, pietà, senso del dovere, spirito di sacrificio, disciplina, spirito di adattamento, capacità di donare un altro senso alla vita quando ci sembra che l’abbia perso, etc.
Buona Resilienza!